Il gigante di Palo Alto si fonde con la texana specializzata in It services. Nasce un colosso da 310mila dipendenti e 130 miliardi di dollari di fatturato e una realtà sui servizi da 40 miliardi
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Analisti scettici
Gli analisti hanno però subito sollevato qualche dubbio sulla bontà dell'operazione. Gli asset di Eds, questa una delle critiche, non sarebbero per esempio utili a scalfire più di tanto il ruolo privilegiato occupato da Ibm nei servizi di consulenza di alto profilo, mentre darebbero ulteriore enfasi all'attuale offerta di outsourcing a livello di infrastrutture It della società californiana. I profitti di Eds, altro motivo di scetticismo condiviso da alcuni, crescono in media solo del 2,8% quando invece dovrebbero viaggiare su livelli ben più sostenuti per una compagnia che opera nei servizi. E il fatto che la concorrenza delle società di outsourcing, con base operativa in India (Infosys Technologies, Tata Consultancy Services e Cognizant Technology Solutions), sia diventata uno scomodo compagno di viaggio non è un buon viatico per il futuro prossimo, anche alla luce del flop degli utili registrato nel primo trimestre di quest'anno.
Hp, da anni impegnata a promuovere la sua identità di "service company" ma di fatto ancorata alla sua anima di produttore e fornitore di tecnologia, potrebbe quindi trovarsi fra le mani una società che da tempo fa fatica a sviluppare in modo dinamico il proprio business e che ha dovuto tagliare non poco la forza lavoro per tenere in alto i propri profitti. E trovare difficoltà nel presentarsi come provider ideale al cospetto di quelle organizzazioni che puntano tutto sulla flessibilità e sulla velocità dei servizi It da esternalizzare a un outsourcer. I 22 miliardi di dollari che rappresentano il fatturato 2007 di Eds (in crescita del 4%) potrebbero essere oltretutto pagati troppo cari ed essere di fatto "marginali" rispetto alle attività ad oggi sviluppate da Hp, che ha chiuso l'ultimo esercizio a quota 104 miliardi di dollari (di cui poco meno di 38 generati dalla divisione Technology Solution Group). Di sicuro, osservano gli analisti americani, si sta riproponendo la medesima situazione dei primi anni 2000, con la società di Palo Alto (che nel frattempo ha acquisito molte aziende nel campo dell'integrazione software come Mercury Interactive, Opsware, SPI Dynamics, Bristol Technology e Peregrine) decisa a giocare pesante per mettere pressione alle floride attività di consulenza legata alle soluzioni di management di Ibm (che per contro ha venduto a Lenovo la divisione pc). La sfida si annuncia ancora una volta di grande spessore e sono già in tanti a chiedersi se l'attuale big boss Mark Hurd saprà riuscire dove il suo predecessore, la "starlette" ceo Carly Fiorina aveva clamorosamente fallito.